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al testo di Amina Narimi
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C'era il nostro sguardo nel giardino una religione creata indovinando ciò che gli occhi non sanno più di avere nel silenzio selettivo : la bellezza dei fiori, lucida in un lago senza fondo di fronte una montagna, immensa siamo Noi sotto un cielo tanto irraggiungibile da non intendere cosa possa accadere tra il profumo e il fiore
come volasse la casa dentro un verso la sorte che c'incontra nello "scambio"
tra i bellissimi. coltivati ci stavamo innamorando..
dove la perla.azzurra si nasconde tra l'anemone che spunta dietro casa là davanti ci siamo visti nudi ad occhi chiari dove il futuro è già accaduto
lenisce il suo tormento un rito poco a poco solleva la speranza prima che ritorni il buio fitto : la veste bianca si svolge sopra un Rullo muove con le mani lentamente la Forza che avvicina il più possibile all'intangibile sapienza della meta celebrando la nostra solitudine .vertiginoso enigma d'innocenza.
l'inesprimibile della Notte di Novalis dove Giobbe ci tiene tra le braccia dove il dolore si dilata nel dolore c’è consolazione presi nel respiro nella rinuncia la nostra guarigione come se volasse verso casa
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